creazioni tra "deliri" notturni
Allora scappare lontano
dove il bosco si tinge di rosso
e raffiche di gelo si conficcano sulle spalle
dove l'eco di rami spezzati
si mescolano allo sciabordio
di un fiume ghiacciato e lontano
l'eco, l'eco della valle,
sono fugaci le foglie
che attraversano l'aria
e tagliano le carni quando
ti arrivano addosso,
l'eco le dissolve allora
le gesta ed i ricordi,
li rende come eclissi,
per poi tornare dirompenti,
ed allora fuggire ancora
allora scappare lontano,
dove l'alba è solo nebbia,
e la pioggia senza sosta
una forza dirompente
uno spezzare qualsiasi
indomito ricordo...
ed allora ancora più lontano,
scappare dove il vuoto
ed il deserto si mescolano al fuoco
per consumare l'ultimo pensiero
e nel fuoco, un ultimo bagliore ancora
fino a dissolvere l'amore tra le sabbie.
White Fearn
Non riuscivamo ad addormentarci
né a chiuder occhio al calar della notte
o fermare la forza delle
tue membra
che stringevano la mia vita
in moltitudini di gesti e grida,
né a trattener le risa,
o lo scivolar di dita in percorsi angusti
e sinuosi tra valli ed incanti,
e tra sorrisi sulla riva dei sogni....
notte, graffiante passione
a lacerar la pelle in macchie,
ora disegni, ora gocce,
e rivoli che scorrono come flutti
tra il mare e le labbra,
ora languidamente carezze,
che frugano in pensieri proibiti...
notte, il tempo si allarga
il baluginare della tua pelle
sono scintille dai riflessi colorati
a danzare con la luce delle candele.
White Fearn
Maschera ed occhi nascondevi
in apparenti contraddizioni
che sfumavano tra abbracci
e dolci momenti ti tenerezza...
il tuo corpo sul mio poi
danzava ancora tra veli
e magici passi ondeggianti,
coloriti di profumi d'oriente,
nella sera ancora,
volgevi il tuo sguardo
or triste or languido
catturando gli ultimi barlumi della
mia coscienza, ormai tua,
ormai arresa alla infinita
dolcezza del tuo essere...
maschera nella notte e poi giorno
confondevi il mio ritorno,
il mio andare e venire tra le tue braccia...
tra baci e momenti d'amore,
baci sfumati nel vento
come un lungo addio.
White Fearn
mologo nella notte:
la riva del mare
ed è acqua, e terra,
il limite del cerchio che vado creando,
affilare la mente come un diamante,
perdersi poi tra gli astri
guardando il cielo e puntando
un cristallo come riflesso
tra il buio ed i battiti del cuore...
e poi cadere che non è morte,
è forse un percorrere distanze inaccessibili,
tra l'inferno ed i bagliori di vita...
o forse l'afferrare l'altra metà
divorata dall'indifferenza,
mentre canti e voli come un bambino
tra i sogni
e poi gocce di rubino ed è pianto
a creare una collana di memorie
e mondi da attraversare,
antagonisti...
amore dove sei? Chiaro limpido
come lucido quarzo,
trasparente ed indomito al tempo.
Pace? Ed è serenità di un lago
calmo, inebriato di profumi suadenti...
dove sei? Amore fremente di tenerezze,
soave brezza che accarezza con calma
e sicurezza... appartenenza...
si perdersi, ritrovarsi, viaggiare....
si, secondi....attimi...
finendo di tracciare il cerchio
istanti....
Essere?
tra il buio ed i battiti del cuore.
White Fearn
Rifrazioni di cristallo
la farfalla dal bianco piumo
scampata dal nubifragio
e l'albero di bruno e cedro
traforato come bambini abbandonati
arte e sfida,
arte e colori d'autunno,
e visi tristi con giochi
consumati nel dolore
vogliono
sorpassare la cima
il monte,
come un ponte necessita
della sua sponda
per sostenersi
per fuggire dal vento tagliente...
White Fearn